Un anno difficile vissuto senza Oddo Biasini, esempio mazziniano indimenticabile Oddo Biasini ci ha lasciati un anno fa. Restare un intero anno – e per sempre - senza il conforto di una figura che aveva sempre accompagnato la vita del partito nel suo procedere, non è stata una cosa facile. Perché un partito non è solo fatto di battaglie politiche, di idee e di iscritti. Un partito è fatto anche di esempi. E Biasini, di tutti gli esempi che avevamo alla nostra immediata portata, era il più nobile. Oddo non aveva mai perseguito un qualche interesse personale nella sua vita, dedicata solo all’interesse del partito. Quali ne fossero le condizioni, mai Biasini avrebbe lasciato il Pri per andare a fare il deputato sotto un’altra bandiera. E mai avrebbe pensato che il Pri potesse andare in pensione. Affinché qualcuno potesse manifestare una simile intenzione a Cesena, c’è voluta la sua morte e il trascorrere di un anno. Perché se è vero che un partito non è solo la somma degli uomini che lo compongono, ecco che proprio quelli che militano tutta la vita in quel partito sono coloro che ne definiscono l’identità, gli esempi in cui un partito intero si riconosce. Era facile riconoscersi in Oddo; e allo stesso tempo era difficilissimo. Egli rappresentava tutte le aspirazioni politiche e gli ideali del repubblicanesimo che affascinavano ogni militante; e pure forniva un esempio di costume, passione e riservatezza che era quasi impossibile emulare. L’ispirazione mazziniana più pura guidava il tratto personale di Oddo, un’ispirazione da lui respirata ancora all’inizio del secolo scorso e di cui si è persa l’impronta. Il rischio è quello di spegnere i "lumini" a Mazzini. Ma non è detto che poi si sia capaci di trovare una nuova luce. Mazzini predicava l’unità, soprattutto della Patria, certo, ma anche del movimento politico. E Biasini nemmeno immaginava possibili contrasti nel cuore dell’Edera; se questi si verificavano, si preoccupava di dipanarli. Se noi vogliamo ricordare Oddo, non solo oggi, in occasione della ricorrenza della sua scomparsa, ma anche domani e dopodomani (come una tradizione politica degna fa, porgendo omaggio a coloro che l’hanno sostenuta fino alla fine e in essi si riconosce), dobbiamo ricordarci di questa sua qualità predominante. Per servire il partito non c’è bisogno di cariche e di onori. Si serve il partito anche da ultimo dei militanti. Negli ultimi vent’anni almeno, abbiamo invece avuto una deriva contraria, per la quale, se il partito non affida prebende e onori, se ne cerca un altro; e persino si sostiene la fine della sua funzione storica, come se la difesa della Repubblica fosse qualcosa che passasse di moda, nemmeno ogni giorno vedessimo i principi repubblicani osservati, rispettati e osannati da tutti. Invece c’è più bisogno di un Partito repubblicano oggi, se possibile, di quanto ce ne fosse cento anni fa. Solo che a questo partito la cosa che più manca è la tempra, il carattere, la fede di uno uomo come Oddo Biasini. |